Nostalgia

Nostalgia

di Eleonora Raso

Ad attenderci all'aeroporto di Fontanarossa trovai il mio fedele autista, partito da Porto Empedocle che era ancora notte.
- Ha fatto un buon viaggio, dottore Camilleri ?  Anche questa volta sorrisi a quell'appellativo che non mi era mai piaciuto, convinto che il rispetto si misurasse su ben altri valori e non certamente su di un titolo.
- Adesso che finalmente posso respirare l'aria della mia Sicilia, l'odore della zagara, misto a quello salmastro del mio “mare africano", adesso posso affermare che sarà un buon viaggio".  
Partimmo alla volta della mia “Marina", così, affettuosamente, noi empedoclini continuiamo a chiamare il nostro Paese, anche se molti giovani non sanno che quell'appellativo rimanda all'originaria funzione del nostro paese, nato per essere il molo di Agrigento, la “Marina di Girgenti", appunto.
Partimmo e mi sentivo eccitato come un bambino che sa che di lì a poco avrebbe ricevuto il regalo desiderato per mesi, solo che il mio lo aspettavo da anni: ritornare a casa! Era questo il mio regalo.
Lasciai un filo di finestrino aperto per far entrare gli odori che mi avrebbero accompagnato durante il viaggio, adesso che la vista aveva deciso di abbandonarmi e che l’olfatto, l’udito, il tatto mi permettevano comunque di “vedere” ed immaginare.
L’autista mi informò che stavamo imboccando una nuova strada, da poco inaugurata, “la strada degli scrittori”, così si chiamava il tratto che congiungeva Caltanissetta ad Agrigento. Mi disse che su di un enorme cartello di colore marrone, spiccavano i volti di Rosso di San Secondo, Tomasi, Russello, Pirandello, Sciascia ed il mio…unico scrittore ancora vivente fra tanti che continuavano a vivere ancora grazie al loro “monumentum” che aveva assunto di volta in volta il nome de Il Gattopardo, I vecchi e i giovani, Le parrocchie di Regalpetra
“Non omnis moriar” diceva Orazio e la loro Sicilia continuava a vivere in me, umile allievo di straordinari maestri.
Sarà stata l’andatura dell’autovettura, lenta e costante, o quel tepore che, attraverso i vetri, aveva invaso l'abitacolo che all'improvviso mi ritrovai “picciliddru”, cullato dalle calde braccia di mia madre e dalla sua dolcissima voce “Vò e la rivò, ora veni lu patri tò e ti porta la siminzina, la rosamarina e lu basilicò...”
L’immagine della siminzina mi riportava alla “fera”, la fiera del Paese, dove lo scintillare delle luci, l’odore intenso dello zucchero filato si mescolava a quello dei profumati “buccellati”, dolci di pasta frolla, stesi e farciti con fichi secchi, uva passa, mandorle e scorze d'arancia, da me bramati intensamente, e poi “calia e simenza” e lecca-lecca colorati e giganti che mai più rivedrò.
Ed eccolo mio padre che, appena tornato dal lavoro, come se la stanchezza non riguardasse la sua persona, mi prendeva amorevolmente in braccia e mi portava con lui sulla barca, a pescare di notte. I miei occhi brillavano più delle stelle che illuminavano la notte, felici per la complicità con cui avevo aiutato mio padre a sistemare le reti e poi a cucinare, stesso sulla barchetta, il pesce pescato.
Quell’odore e quei sapori li ricercherò invano negli anni che verranno, sapori che nessun ristorante di lusso sarebbe mai più riuscito ad eguagliare perché mancante dell’ingrediente principale: la genuinità!
Oggi persino il mare non sa più di mare e allora, quando nella mia residenza romana mi sento particolarmente triste, chiudo gli occhi e a poco a poco il mare mi viene incontro…sento il dolce sciabordio delle onde e lentamente mi assale quel meraviglioso odore di salsedine ed alghe, che è poi l’odore di mia madre, dei miei ricordi più belli, l’odore della mia vita. -“Dottore che fa ? Si è addormentato? Stiamo entrando a Porto Empedocle. Vuole che le descrivo come è ora?”.
- “ Grazie, preferisco di no. Meglio lasciare intatti i miei ricordi felici che vivere perennemente nella sofferenza (ἄλγος) per ciò che mai più potrà tornare ( νόστος )”  .

Mentivo e furono le mie lacrime a svelare tutta intera la mia nostalgia. 


* Elaborato vincitore della borsa di studio offerta dalla "Fondazione Empedocle" per partecipare al master di scrittura indetto dalla Strada degli Scrittori.